venerdì, Dicembre 6, 2024
UrbanisticaAmbiente e territorio

Le bonifiche sono l’interesse pubblico

Rispettare e far rispettare le norme scritte non vuol dire “fare gli interessi del privato”, ma è fare buona amministrazione: trasparente ed equilibrata. Ora vedremo le differenze tra il nostro metodo e il loro metodo e lasciamo ai cittadini stabilire chi ha fatto o meno gli interessi pubblici recuperando le aree dismesse e consentendo le bonifiche.

L’ex assessore Giuseppe Campilongo sostiene di non condividere la volontà di assecondare gli interessi dei privati. È una frase che condividiamo, ma che nella pratica si declina in modo molto differente.

La differenza è che per noi il Comune è chiamato ad equilibrare gli interessi pubblici e privati attraverso una norma scritta che sia quanto più chiara e lineare possibile per dare certezza di diritti e doveri ed agire con equilibrio e giustizia. Il Comune non deve fare scelte arbitrarie.

La norma scritta è il Piano di Governo del Territorio (PGT) che prevede in forma scritta quali siano gli equilibri tra interessi privati e interessi pubblici. Il privato stabilisce i propri interessi nel perimetro stabilito dalla norma scritta.

L’amministrazione non deve imporre ulteriori restrizioni a quanto già stabilito nella norma, altrimenti sarebbe un’azione arbitraria, cioè non prevista nella norma scritta.

Rispettare le norme scritte consente di avere certezza del diritto e certezza dei doveri. Il privato deve sapere cosa può fare, quanto costa e quali i tempi prima di intraprendere una pratica in Comune. Se il privato non riesce a sapere cosa può fare, quanto costa e quali i tempi, allora c’è qualche cosa di poco chiaro nell’applicazione della norma e si commettono ingiustizie.

Rispettare e far rispettare le norme scritte non vuol dire “fare gli interessi del privato”, ma è fare buona amministrazione: trasparente ed equilibrata.

L’assessore Giuseppe Campilongo sostiene poi che le bonifiche siano previste per legge. Vero. Ora vediamo le differenze tra il nostro metodo e il loro metodo e lasciamo ai cittadini stabilire chi ha fatto o meno gli interessi pubblici recuperando le aree dismesse e consentendo le bonifiche.

La certezza del diritto e la correttezza verso la norma scritta ha consentito all’amministrazione Fagioli di recuperare quasi tutte le aree dismesse previste nel PGT e di far fare tutte le bonifiche a spese dei privati.

Quante aree dismesse sono state recuperate da parte dell’amministrazione dell’assessore Giuseppe Campilongo? Zero. Quante bonifiche? Zero.

È evidente che il recupero delle aree dismesse e le bonifiche siano sicuramente un interesse pubblico predominante. Abbiamo lasciato un territorio più pulito di come ci era stato lasciato dai precedenti amministratori.

Entrando nello specifico: per entrambe le aree in discussione il PGT prevedeva funzioni residenziali e commerciali. Non c’è scritto: proibito prevedere dei supermarket di piccola e media dimensione, dato che il Comune non può impedire di aprire o meno attività commerciali siano esse di vicinato o di piccola e media distribuzione.

Le aree che Campilongo individua come “verde” sono previste nel PGT? No, il PGT individua delle aree private che devono venire cedute al Comune per farci servizi. I servizi sono: parcheggi, strade, stabili comunali come scuole, asili, appartamenti di edilizia popolare, “verde”, che per le piccole aree si declina popolarmente come “aiuole a prato”.

Le superfici in cessione sono state completamente cedute al Comune.

Parliamo invece dei parcheggi ad uso del supermercato: a noi non sta bene che il Comune debba provvedere alla manutenzione di parcheggi ad uso del supermercato coi soldi dei cittadini, come è sempre avvenuto in passato. Tutti i piani approvati dall’amministrazione Fagioli hanno previsto che il privato corrispondesse una cifra economica al posto della cessione, proprio per evitare che i soldi di tutti servissero per gli interessi di pochi.

I parcheggi possono essere fatti su terreno drenante per farli figurare fittiziamente come verde pubblico, come avveniva in passato? No perché l’ATS impone che l’acqua piovana debba essere raccolta per venire depurata dagli oli delle automobili. Non è quindi possibile prevedere che le aree parcheggio possano essere drenanti, perché giustamente l’ATS vuole evitare che gli oli delle automobili percolino direttamente nella falda acquifera inquinando le acque.

Bisogna inoltre ripensare alla commistione area commerciale e area residenziale. Guardiamo al dato di fatto: subito fuori dalle poche strade commerciali del centro cittadino, gli spazi commerciali previsti al piano terra degli edifici risultano per lo più vuoti. Non sussiste quindi una domanda commerciale di nuovi spazi commerciali sotto i condomini residenziali. Continuare a insistere su questo punto proponendo che il mix funzionale renda la città più vivibile e sicura è evidentemente un’illusione che non ha supporto nel dato di fatto reale.

Angelo Veronesi Vice segretario Lega Lombarda Saronno