Approfondiamo il referendum: Equa valutazione dei magistrati
Proseguiamo il nostro percorso di approfondimento sui quesiti referendari del prossimo 12 Giugno.
Quante volte ci è capitato di sentire o di proferire noi stessi, delle lamentele riguardo l’operato della magistratura?
A ragion veduta o a torto, spesso sentiamo molte lamentele che portano a chiedere chi giudica i magistrati per il loro operato: la valutazione della professionalità e della competenza dei magistrati è operata dal Consiglio Superiore della Magistratura – CSM che decide sulla base di valutazioni fatte anche dai Consigli Giudiziari.
I consigli giudiziari sono organismi territoriali composti da magistrati, ma anche da membri “non togati”: avvocati e professori universitari in materie giuridiche. Questa componente laica, che rappresenta un terzo dell’organismo, è però esclusa dalle discussioni e dalle votazioni che attengono alle competenze dei magistrati, limitata al ruolo di “spettatore”. In buona sostanza, all’interno di questi organismi decidono solo i componenti appartenenti alla magistratura: solo i magistrati, dunque, hanno il compito di giudicare gli altri magistrati. Ciò rende poco attendibili le valutazioni e favorisce la logica di casta.
Votando SI al referendum viene riconosciuto agli interi Consigli Giudiziari, quindi anche ad avvocati e professori universitari, la partecipazione attiva alla valutazione dell’operato dei magistrati.
Avv Lucia Castelli, responsabile provinciale tecnico per referendum