Ex ASL – la politica del NO per fermare il cambiamento
Un’altra opera fermata sul nascere con l’unico scopo di impedire l’azione amministrativa del Sindaco Fagioli
Eccoli di nuovo i professionisti del NO. No a tutto.
Qualunque opera non va bene: no all’abbattimento dei ponticelli, no alla ciclabile a raso, no alla demolizione della massicciata ferroviaria dismessa, no al parco lineare verde, no alla greenway, no alle bonifiche fatte così, no ad una gestione più economica e imprenditoriale del Teatro, no ai lavori di riqualificazione di Via Roma.
Questa volta, sempre capeggiati dai soliti ex politici di sinistra, i professionisti del no hanno detto “no alla vendita dell’immobile di Via Manzoni-Via Roma sede dell’ex ASL” con la scusa del presunto valore storico- culturale dell’immobile che in passato fu sede di un asilo, dopo esser stato costruito – udite bene – per essere la palestra di casa di un nobile saronnese.
È evidente che si tratta di un’azione politica, come ammesso candidamente dal promotore del comitato; l’ottenimento di un vincolo culturale non significa tutelare il vecchio immobile, ma togliere al bilancio 1,4 milioni di euro e sottrarne un altro importo, ad oggi inquantificabile, che sarà necessario per la ristrutturazione e manutenzione del medesimo. Per quale utilizzo?
Lo stesso promotore, signore del NO, prima ha contribuito al vincolo dell’immobile e ora lancia la proposta di un concorso di idee per il riutilizzo della struttura. Ovvero tutto il contrario di quello che dovrebbe fare un bravo amministratore: prima si stabiliscono l’utilizzo ed i costi dell’intervento, poi si vincola la struttura.
In attesa dell’esito del concorso di idee, e dello stanziamento a bilancio dei fondi necessari per la riqualificazione, l’immobile è destinato ad essere ricovero di balordi.
Oggi la ex-ASL improvvisamente si palesa come baluardo della storicità e tradizione di Saronno. Come tale nessuna delle passate amministrazioni l’ha mai considerata; dato in affitto alla ASL per decenni, i saronnesi lo ricordano bene, ma come uno sgradevole contesto e non certo come luogo della tradizione e della storia. Forse perché gli ex amministratori, che ora si ergono a paladini del NO alla vendita, non hanno mai mosso un dito o speso una parola per la tutela e la cura di questo “gioiello” incastonato ai confini del centro storico.
Sorprende, nella vicenda, come gli enti di tutela da un lato non prendano a cuore la salvaguardia dello stadio di San Siro a Milano, quello che potremmo considerare il Colosseo contemporaneo e indiscutibilmente luogo di sport e cultura, lasciando che sia demolito; a pochi chilometri di distanza si prende sotto la propria ala protettrice un ex asilo, all’origine palestra di casa di un agiato saronnese.
Diciamo basta a questo muro di no. Voi non volete mai fare nulla, deve stare tutto fermo con il solo scopo di dimostrare che il Sindaco Fagioli non ha fatto nulla. Ricordatevi che Saronno non siete voi, e i saronnesi non sono stupidi.
Claudio Sala
Segretario Lega Lombarda Saronno